venerdì 4 gennaio 2013

Elisa Agresti - Occupazione 2012

Questa settimana, nella mia scuola come in molte altre scuole della mia città c’è stata occupazione. Tale forma di protesta è cominciata martedì 27 novembre e si è protratta per quattro,cinque giorni circa.

Sfatando il mito che durante l'occupazione gli studenti non fanno niente e che questa è solo una scusante per non fare scuola, vorrei comunque esprimere il mio dissenso per questa forma di protesta. Non credo che sia la strada giusta da percorrere per affrontare e risolvere la grave situazione che affligge le scuole italiane. Come ho già detto, è opinione comune pensare che questa sia solo un'occasione per non andare a scuola: quindi, perché attuare una forma di protesta, nella quale il messaggio trasmesso non viene capito o bene interpretato dalle persone cui è rivolto? L'occupazione è diventata ormai una “tradizione” scolastica, il rimedio per qualsiasi problema, per qualsiasi cosa. Occupazione! Senza se e senza ma,questa pare l’unica soluzione ai problemi, e come ogni anno non porta da nessuna parte!
Io ho partecipato, per qualche giorno, a questa protesta: ho voluto farlo nel rispetto della democrazia scolastica e nel rispetto dei miei compagni che l'avevano scelta. Nonostante essa sia stata eccellente e brillante, non credo che porterà a un cambiamento. Credo che la soluzione più adatta in questa situazione sia continuare a difendere la scuola con metodi di protesta nuovi e alternativi, che catturino l’attenzione, aprano gli occhi e smuovano l’interesse dell’opinione pubblica sul fatto che la nostra scuola, la scuola di tutti, che il nostro futuro e il futuro di tutti stanno subendo alla luce del sole un degrado precipitoso e rovinoso.

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