La decisione di occupare la scuola è un atto di estrema protesta nei
confronti della situazione assai critica nella quale noi alunni ci troviamo
coinvolti: i tagli alla scuola pubblica e ai salari accessori, la privatizzazione del settore scolastico e i “furti” delle ferie ai precari sono validi motivi per dare inizio a
una protesta. Perciò, molte scuole di
Bologna hanno deciso di protestare attraverso l'occupazione poiché, essendo questa
un atto illegale, attira l’attenzione, o almeno così si pensa, del nostro
Governo.
Tuttavia, ormai, purtroppo, questo atto di contestazione è stato
inteso come un gesto di cui gli studenti approfittano per non fare niente.
Personalmente credo che questa occupazione possa, in qualche modo,
SENSIBILIZZARE le persone e far capire la nostra situazione critica, ma ritengo
che rinchiudersi all’interno di un edificio e non portare fuori i propri
pensieri e le proprie considerazioni, renda difficile l’ascolto da parte degli
altri.
Ho comunque partecipato all’occupazione, anche in modo relativamente
attivo, e mi è servita a molto. Ho appreso e imparato nuove cose, ascoltato
persone che trasmettevano i loro saperi riguardo alla condizione del nostro
paese, partecipato a gruppi utili allo scopo di diffondere le nostre idee e,
soprattutto, ho collaborato con altre persone e sono cresciuta molto. E’ stata
diversa rispetto all’altra occupazione alla quale avevo precedentemente
partecipato.
Ma insisto sulla mia considerazione dell’utilità di questa modalità di
protesta: ha un lato positivo, in quanto può sensibilizzare le persone attorno
a noi, ma ha anche un lato negativo, poiché non porta del tutto “fuori” ciò che
si produce all’interno dell'istituzione “scuola”.
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