PERSONAGGI:
-DISCORSO MIGLIORE (D.M.)
-DISCORSO PEGGIORE (D.P.)
-ANTIMAESTRO/FERMO MONOLITICO (A.)
-RAGAZZO (R.)
D.M. “Vecchio mio! Da quanto tempo!”
D.P . “Troppo poco, mio caro”
D.M. “Vedo che non sei cambiato di una virgola! Sei rimasto
sempre lo stesso irrispettoso e maleducato!”
D.P. “Ovviamente, pensavi che il tempo mi potesse cambiare?”
D.M. “No, solo un miracolo potrebbe farti rinsavire”
D.P. “Tu invece sei cambiato, e se possibile sei ancora più
vecchio bacucco di prima”
D.M.“Vorrai dire più saggio!”
D.P. “Voglio dire esattamente quello che ho detto”
D.M. “Brutto...”
R. “Scusatemi...”
D.P. “E questo chi è? Sta con te?”
D.M. “Assolutamente no, credi che un ragazzino così
rammollito possa essere accompagnato da un educatore come me?”
D.P. “Hai fatto anche di peggio...”
D.M. “Razza di...”
R. “Scusatemi...”
D.M. “Ragazzino, non ti hanno insegnato le buone maniere? Non
si interrompono due maestri che stanno dialogando!”
R. (torcendosi le dita)“Veramente io...”
D.P. “Sei sicuro che non sia venuto a scuola da te? Dalla
complessità delle proposizioni che compone potrebbe anche essere...”
D.M. “Insisti?!”
R. (mortificato) “Veramente io...le buone
maniere...non mi sono state insegnate...”
I due discorsi ammutoliscono, sbalorditi.
D.P. “Dunque...tu non sei mai andato a scuola?”
R. “In realtà ci sono andato...”
D.M. “Ah...e dopo quanto tempo l'hai abbandonata?
R. “Ho finito quest'anno, dopo 5 anni di elementari, 3 di
medie e altri 5 di liceo”
D.P. “Stai cercando di ingannarci, ragazzino? Guarda che io
sono l'imbroglio fatto uomo, non puoi darla
a bere a me.”
D.M. “In 13 anni di studi non sei riuscito ad apprendere
nulla?”
R. “Io credevo di sì”
D.M. “credevi?”
R. “Si...fino a che non ho finito gli studi. Ora mi rendo
conto di essere perso, confuso, di non sapere niente...”
D.M e D.P., bisbigliando tra loro
D.P. “Ai nostri tempi non era così...possibile che i giovani
si siano afflosciati a tal punto?”
D.M. “Aspettiamo a giudicare, ricorda che ai nostri tempi noi
eravamo l'esempio”
D.P. “Un gran bell'esempio per quanto mi riguarda...tu
invece...”
D.M. “Ah, smettila adesso, sciocco immaturo!Rimandiamo questo
eterno dibattito, e cerchiamo di capire cosa è andato storto...”
D.P. “D'accordo”
Rivolgendosi di nuovo al ragazzo
D.M. “Senti un po' piccolo...chi è stato il tuo mentore?”
R (Imbarazzato) “Il mio cosa?”
D.M. (sospirando) “Il tuo maestro, colui che hai preso
come esempio da imitare...”
R. “Ah...Il signor Monolitico, Fermo Monolitico...E' Laggiù”
Indica un uomo che si aggira a testa alta,
pavoneggiandosi...è sempre stato presente nella scena.
D.M. “Oh mamma...tu l'avevi notato?”
D.P. “Proprio no, quando è arrivato?”
A. “Io sono sempre stato qui, davanti ai vostri occhi!” Replica rosso in volto
A. “Io sono sempre stato qui, davanti ai vostri occhi!” Replica rosso in volto
Il D.M e il D.P. Si scambiano uno sguardo di sufficienza
D.M. “Certamente...ci scusi, è lei il maestro del ragazzo qui
presente?”
A. “Sissignore”
D.P. “Benissimo. Potrebbe esporci, brevemente, tramite quali
principi base lei educa e forma gli allievi?”
A. “Ne sarei onorato: In primis, come dico sempre agli
alunni, alla base di tutto sta la fiducia.
D.M. E D. P. annuiscono soddisfatti
A. “Gli alunni devono avere piena fiducia nelle mie parole,
tutto ciò che dico deve essere considerato oro colato: il professore è
superiore in tutto, il rapporto con l'allievo è puramente gerarchico e
verticale; gli unici errori posso essere compiuti dagli studenti.
D.M. e D.P. Smettono lentamente di annuire, e spalancano
la bocca, esterrefatti.
A. prosegue, con un sorriso sicuro dipinto in volto
“Durante le mie ore, qualunque intervento è negato, se non prettamente
riguardante l'argomento trattato. L'apprendimento necessita concentrazione, non
sono ammesse distrazioni di alcun genere.”
Il D.M. e il D.P si guardano, con una smorfia di
disapprovazione in viso.
A. “Inutile aggiungere, poi, che il comportamento tenuto
dagli studenti è impeccabile, non uno che osi cambiare posizione sulla sedia,
tenga le gambe in altro modo se non unite davanti a sé, si azzardi a chiedere
di uscire o a cercare di distinguersi per modo di fare e costumi ” conclude,
con cenno soddisfatto del capo.
Il D.M. ha le mani nei capelli, Il D.P. i palmi a coprire
la faccia
D.M. “Non posso credere a ciò che sento”
D.P. “Io non VOGLIO credere a ciò che sento”
D.M. “Come dice lei “in primis”, il maestro deve essere
ragionevole. Egli non solo dovrebbe ascoltare, ma accettare le critiche,
controbattere o usarle per formarsi a sua volta.”
D.P. “Oppure, in alternativa, dimostrare la propria furbizia
rigirandole, come se fossero state previste, senza mai farsi cogliere di
sorpresa!”
L'A. diventa nervoso
D.M “Inoltre, il buon maestro, se davvero è colto, non
insegna mai solo ciò che spiega. I collegamenti dovrebbero aprirsi naturalmente
nella sua mente!”
D.P. “Esattamente! Egli deve fare in modo che gli studenti
siano in grado di tutelarsi da qualunque accusa, sfruttando più argomenti
possibili per convincere le persone!”
L'A. Si allarga il colletto con il dito, sempre più
agitato
D.M. “E, cosa più importante, il maestro deve essere un
modello da seguire, ma come può l'allievo voler imitare qualcuno che lo
mortifica fisicamente e psicologicamente?!”
D.P. “Per la miseria, concordo! I giovani seguono il piacere!
Se lei non rende lo studio un piacere, come pretende che questi desiderino
apprendere!
D.P. “Non posso credere a quello che sto dicendo, ma ciò di
cui parla questo professore è ancora più barbaro di quello che sei solito dire
tu!”
D.M. “Forse, e dico forse, i suoi insegnamenti sono peggiori
dei tuoi! E questo è tutto dire!”
I due discorsi si scambiano uno sguardo d'intesa, e
sbattono fuori scena l'antimaestro
D.M. “Vattene via, sciocco borioso!”
D.P. “E' meglio che tu non ti faccia rivedere tanto presto”
D.M. (rivolgendosi al giovane) “Ora, tornando a noi
ragazzo...vieni, seguimi, e io ti insegnerò il discorso migliore”
Il ragazzo si avvia
D.P. “Ma che fai? Lo ascolti davvero? Non hai sentito gli
scarsi argomenti con cui ha attaccato il tuo maestro? Segui me, io sarò in
grado di educarti bene”
D.M. “Bene? Quale bene? Tu lo porterai alla rovina!”
D.P. “Hai già perso una volta a questo gioco, vecchio mio,
sei sicuro di voler tentare di nuovo?”
D.M. “Oramai che sono in ballo mi conviene ballare!” e
rivolgendosi al ragazzo “Nel frattempo, fossi in te, cercherei qualcun
altro che ti insegni, qui ne avremo per un po'”
D.P. “A noi due, matusa dei miei stivali”
D.M. “Non aspettavo altro, sciocco bambinetto!”
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